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ANDAMANE, SOGGIORNO ALL’ISOLA DI HAVELOCK!



Adoro tutta l'India e la sua incessante frenesia ma stavolta decido di godermi l’incantevole silenzio di un vero paradiso che non è poi così lontano dalle affollate città indiane! Con un volo da Chennai raggiungo in 3 ore le meravigliose Isole Andamane, una catena di isole, preziose come perle, che si trovano nell’oceano indiano tra il Golfo del Bengala e il mare delle Andamane, tra India, Thailandia e Birmania, a circa 1000 chilometri al largo della costa orientale del continente indiano. Dopo un’ora e mezza di barca da Port Blair arrivo finalmente ad Havelock, ben 114 km. di bellezza naturale, una delle più vaste tra più di 500 isole di cui solo 26 sono abitate. Appare subito percepibile la serena atmosfera e la tranquillità del luogo, considerato che questa isola, pur essendo la più visitata, è scarsamente popolata.


Trascorro così la mia vacanza ad Havelock, sulle sue spettacolari rive setose, ricoperte di bianchi chicchi di sabbia, immergendomi in acque cristalline ricche di coralli, all’interno di una cornice composta da verdissime foreste. Un bel po’ di fortuna mi conduce ad assistere al bagno in mare di uno degli elefanti adibiti al trasporto del legname! Uno spettacolo davvero unico! L’attenzione, che qui da sempre viene rivolta ad un turismo ecologico e responsabile, esalta il fascino primitivo di questa isola e offre la piacevole sensazione di rigenerarsi.


E così, ogni mattina, non mi resta che scegliere come trascorrere la giornata, ad esempio dirigermi verso la costa a sud dell’isola che ospita la bellissima spiaggia di Radhanagar oppure verso est dove si trova la bellezza azzurra di Vijayanagar beach. E, sul finir del giorno, godere di un tramonto senza uguali sulle stupende spiagge di Elephant beach e Kalapather beach dove, a dire il vero, mi reco anche per sorprendermi di albe indimenticabili. Le spiagge sono ancora oggi contrassegnate da numeri, sistema adottato molto tempo fa dagli inglesi che qui raccoglievano legname da portare in Inghilterra. Le mie giornate, che seguono a quei lunghi e profondi sonni che solo il più autentico relax sa dare, trascorrono lente, intense, profonde. Le intervallo, superando un po’ la mia pigrizia, dedicandomi a qualcuno degli sports acquatici che l’isola propone,come il diving, lo snorkeling, il kayaking, oppure il trekking all’interno della vegetazione ricca di fauna e flora esotica.


Ogni volta che torno al resort accuratamente scelto, celato da alberi e piante tropicali, con il suo bel pavimento in legno, il confortevole letto e i morbidi cuscini, è come tornare a casa, appagata. Cerco ancora quiete sul terrazzo dove la mia mentre si concentra facilmente sulla lettura, senza distrazioni che non siano quelle provocate da un battito di ali o da una leggera brezza che sa di spensieratezza e di coccole. Certo, non posso dimenticare di essere in India e così non posso che giustificare qualche suono di clacson che inevitabilmente risalta dove il traffico, come qui, è praticamente inesistente. Ed ugualmente comprendo la affabilità tipica degli indiani, sempre attratti da chi arriva da Occidente e scambio con loro qualche parola in inglese.

Gli arcipelaghi sono abitati anche da piccole tribù di popolazioni autoctone che vivono in maniera quasi del tutto primitiva, come i Jarawa e i North Sentinel, che il governo indiano ha deciso di preservare dedicando loro spazi protetti ma che, tuttavia, un po’ risentono di questo turismo che compromette l’ isolamento che li ha tenuti intatti nel tempo.


Prima di rientrare in continente, trascorro una notte a Port Blair, capitale dei due arcipelaghi, sulla costa orientale delle isole a sud, abitata da indiani arrivati dal Bangladesh, da Kolkata o da Chennai. Qui, prigionieri, spesso politici, venivano mandati in esilio e racchiusi nella prigione di Cellular Jail, il cui nome lascia intendere come le celle fossero costruite in modo che i prigionieri non potessero comunicare tra loro; il suo soprannome, kala paani, in hindi, significa l’acqua della morte, perché i prigionieri, una volta entrati, non facevano mai più ritorno. È un luogo di pellegrinaggio per gli indiani patriottici che desiderano ricordare le vittime del governo inglese, i freedom fighters che combatterono per liberare la patria dalla dominazione coloniale inglese tra cui ricordiamo Veer Savarkar e Mahavir Singh che furono per questo motivo atrocemente puniti dagli inglesi.



Come raggiungere le isole Andamane

Con Volo da Kolkata , Chennai, Delhi o Mumbai.


La stagione da ottobre a giugno è la migliore per visitare le isole quando le temperature sono ottimali mentre durante tutto l’anno le temperature oscillano tra i 35 gradi dell’estate e i 15 gradi dell’inverno.

https://www.passoinindia.com/il-paradiso-delle-isole-andamane


Per informazioni scrivi a info@passoinindia.com

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