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abluzioni nel Gange sacro

        Il Khumb Mela 
                

L'Ardh Khumb Mela è uno dei più grandi raduni religiosi del mondo. Il nome vuol dire “festa della brocca”, quella sacra brocca che, nella antica mitologia induista, nella lotta tra  il bene e il male durata dodici anni, gli dèi celesti contesero agli asura, i cattivi dèmoni perché racchiudeva il nettare dell’immortalità. Gran parte della mitologia hindu è costituita dalle storie dei conflitti fra questi eterni antagonisti. Quando il demone viene sconfitto, l’ordine cosmico si restaura in maniera più completa e felice, quindi il male, in questo dinamismo universale, ha una funzione necessaria e benefica. In quella lotta, vinta da Vishnu che riuscì ad impadronirsi del vaso, alcune gocce caddero esattamente sul punto dove sorgono le quattro città sacre: Haridwar, Allahabad, Ujjain, Nasik, tutte, ovviamente, sulle rive di sacri fiumi. Già negli antichi testi induisti, i Purana, il Ramayana, e il  Mahabharata viene documentato il potere purificatore di queste acque. Ogni sei anni Haridwar o Aallahabad ospitano l'Ardh Khumb Mela; nel 2018 è toccato ad Allahabad dove sono accorsi i devoti induisti (circa 80 milioni!) per bagnarsi nelle fredde acque del fiume che scorre davanti a questa piccola città; lo fanno per liberarsi dalla ruota della rinascita (il samsara), o almeno lavare via ogni fardello karmico per iniziare una nuova vita o contare su una reincarnazione (moksa) ad una condizione più elevata. Qui si incontrano il mondo di chi continua a fruire dei beni materiali e quello di chi ha deciso di rinunciarvi, i sadhu, nudi, centinaia di sadhu, coperti di cenere,  con i capelli indomabili, e i loro simboli tridenti. Andando in giro per il grande campo pieno di tende si incontrano indovini, uomini di fede, monaci, maestri, uomini di Stato, cantanti e cantastorie, uomini, donne, bambini e neonati, vecchi e vecchie, poveri e ricchi, sani e malati, forti e deboli, e chi spera di morire in questo luogo. Nel fiume galleggeranno tagete, cocco e altri petali di fiori che i devoti hanno acquistato per donarle, in questo modo, alle divinità. Di giorno il fiume culla una moltitudine di barche distinguibili per le loro bandierine colorate. La notte le barchette più visibili sono quelle piccole, votive, che custodiscono un fiore e un piccolo lumino acceso, diventando un vestito di lustrini per il fiume. La riva è incredibilmente affollata perché fare le abuzioni vuol dire immergersi, con le mani giunte per pregare, fino a che l’acqua copre completamente tutto il corpo. L’acqua benedetta la si porta via in piccole taniche di plastica che si possono comprare nelle bancarelle. Accorrere vuol dire assistere ad uno di più grandi atti di fede nel mondo.

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

Costruiamo quindi insieme il vostro viaggio!            

                                                                                        La nostra proposta

Khumba Mela sadu
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