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Kochi (Cochin), la regina del mare Arabico. (KERALA).India del Sud.


E’ noto che il Kerala, sulla costa sud ovest dell’India, è uno degli Stati più belli del Paese. Vi si trova uno dei principali porti marittimi della nazione, quello di Kochi, la città un tempo nota come Cochin e che conserva ancora una antica storia di commerci di spezie, mercanti, pirati, conquistatori e colonizzatori che le conferisce una identità davvero unica nel continente indiano. La zona di Fort Kochi, fu la prima stazione coloniale europea in India. I suoi edifici, monumenti e case bianche in muratura, dai tetti inclinati per proteggerle dalle forti piogge monsoniche, ne sono peculiare testimonianza ancora oggi.


Nel Vembanad Lake, il lago più lungo d’India, nonché il più grande del Kerala, i delfini accompagnano gioiosi le imbarcazioni che arrivano ad attraccare al porto. E’ palpabile l’aria fresca procurata dalle backwater che rendono fertile tutta la zona. Il lago è una destinazione turistica importante, considerato che su esso navigano letipiche imbarcazioni kettuwallam e che sulla sua costa orientale si trova il Kumarakom Bird Sanctuary.


A Kochi, vicino al porto, le reti cinesi da pesca stanno a ricordare antiche tradizioni mercantili; ancora oggi funzionano esattamente come in passato, cioè utilizzando un punto di appoggio e un sistema di contrappesi. Calate all’alba nel pescosissimo mare, vengono ritirate sempre piene di pesce. Sono bellissime da fotografare, particolarmente con la luce dorata del crepuscolo. Si pensa che trafficanti cinesi della corte di Qubilai Khan le abbiano introdotte qui prima del 1400; vennero utilizzate per più di un secolo fino a quando i cinesi furono allontanati dagli arabi. Quando invece furono gli arabi ad essere cacciati, questa volta dai portoghesi, all’inizio del XVI secolo, i portoghesi spodestarono gli arabi e le reti furono riportate a Cochin.

Cochin fu il primo insediamento europeo in Oriente. Nel 1500 i portoghesi, sempre alla ricerca di nuove rotte e contratti per la vendita del pepe, arrivarono in quelle terre. Pedro Alvarez Cabral, esploratore, portò con lui alcuni frati Francescani portoghesi che costruirono una chiesa e cominiciarono a diffondere il messaggio cristiano. La Chiesa di San Francesco fu originariamente realizzata in legno e ricostruira in pietra nel 1546. E’ la più vecchia chiesa europea in India. Vasco Da Gama, che arrivò qui nella metà del XVI° secolo, ricevette dai sovrani locali il permesso di fare commerci, ma egli morì la sera del Natale del 1524 e fu bruciato proprio in questa chiesa. Il suo corpo venne più tardi portato a Lisbona ma lì resta ancora una lapide a ricordare colui che aprì la via verso le Indie e divenne suo governatore. La Chiesa, orginariamente cattolica romana, fu convertita in anglicana durante la colonizzazione britannica. Attualmente è sotto la Chiesa del Sud India e, seppur un poco trascurata, le sue modeste proporzioni a linee semplici le donano una certa eleganza.

Vicino a Fort Cochin vi è il Dutch Palace, il Palazzo Olandese chiamato anche Mattancherry Palace, un grande edificio in un grande spazio, la cui costruzione ad opera dei portoghesi nel 1557, rese loro diritti e favori da parte del raja locale. Nel 1663 la città cadde in mani olandesi ed il palazzo fu rinnovato. Il palazzo è in stile Nalukettu, proprio del Kerala, lo stesso tipico dei fienili rettangolari dotati al centro di un cortile a cielo aperto. Parte del Palazzo è museo ed ospita una collezione di palanchini, abiti, e ritratti della famiglia reale. In alcune aree, tra cui la camera da letto, vi sono famose e belle pitture murali risalenti al 17° secolo, con grandi figure di dei e dee Indu dai seni prorompenti e occhi sensuali, scene di Krishna, il divino amatore e pose drammatiche di Vishnu e Shiva.

In una antica area ad est di Fort Cochin trovate Jew Town. Secondo la locale leggenda i commerci fiorirono tra il Medio Oriente e il Kerala anche al tempo di re Salomone del Vecchio Testamento. I commerci con l’Ovest iniziarono 5000 anni fa, come è evidente dai resti delle civilizzazioni indu trovati nelle antiche città della Mesopotamia. Seguendo i venti oceanici i vascelli dall’Arabia trovarono la via verso le coste occidentali indiane a partire dal primo secolo d.C. e da lì procedettero verso l’estremo oriente. Queste imbarcazioni portarono sulle coste indiane uomini di religioni differenti, tra cui quella ebraica. Il quartiere ebraico di Fort Cochin presenta antiche strade acciottolate ai lati delle quali si trovano le case residenziali, oltre a grandi e spaziosi magazzini pieni di spezie come pepe, cardamomo, chiodi di garofano ecc. Piu tardi, nel sedicesimo secolo, quando l’Inquisizione costrinse gli ebrei a lasciare l’Europa, alcuni di loro, di pelle bianca, arrivarono e si stabilirono a Cochin, formando una grande comunità nella zona del porto dove iniziarono i loro traffici commerciali e ricevettero la protezione del governo locale. Oggi a Cochin sono rimasti pochi ebrei, essendo molti giovani stabilitisi in Israele, che si sposano tra loro, all’interno della comunità, talvolta anche con persone di colore convertiti all’ebraismo. Parlano la lingua locale e mangiano il cibo locale, il Malayali food eppure continuano a conservare intatte le loro tradizoni e identità culturali. Li rappresenta la Sinagoga costruita sull’angolo di Jew Town nel 1568, la più antica del Commonwealth. All’interno, una grande hall illuminata da candelieri e lampade oltre che dalla luce che attraversa le ampie finestre. Il pavimento è ricoperto da decorate piastrelle cinesi, una diversa dall’altra, donate da Ezekyel Rahabi che le portò da Canton nella metà del XIX° secolo. Al centro della sala, il pulpito e, ad una estremità, il tabernacolo con porte dorate; dentro vi sono conservate antiche e preziose pergamene della Torah coperte da corone d’oro donate dal Maharaja di Travancore e Cochin. Vi si trova anche una incisione in rame a ricordo di una sovvenzione fatta alla comunità ebraica dal Raja Ravi Varman (962-1020).

Oltre il fiume, da Fort Cochin, si incontra Willingdon Island, una bella isola costruita dall’uomo nel XX° secolo che prende il nome da uno dei viceré britannici dell'India e che collega Kochi ad altre parti del mondo. L'isola ospita stabilimenti legati al porto, tra cui l'Ufficio della Cochin Port Trust, l'Ufficio doganale, magazzini, alcuni alberghi e centri commerciali.

Con una piacevole gita in barca a motore sul Vembanad Lake è possibile osservare i villaggi di pescatori e la bella Bolgatty Islands dove si trova il Bolgatty Palace, la pittoresca residenza britannica del 1744 costruita da commercianti olandesi nel loro stile coloniale con verande, colonne, portici. A quel tempo l’edificio era il palazzo del governatore e, nel 1909, venne affittato agli inglesi come casa dei loro governatori. Con l’indipendenza indiana del 1947 la proprietà passò nelle mani dello Stato ed oggi è heritage resort.

Proseguendo con la navigazione, si può arrivare al vero cuore del Kerala, attraverso le backwaters, una rete di laghi e lagune salmastre, verdeggianti, piene di uccelli e puntellate da villaggi che sembrano fermi nel tempo.





Testo By Passoinindia

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