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I luoghi del Buddha, Bodh Gaya



Non c'è al mondo nessun luogo che i buddisti venerino più di Bodh Gaya, in Bihar, il luogo dove Gautama Siddharta raggiunse l' illuminazione, uno stato di totale liberazione dalla lussuria, dall'odio e dall'illusione, diventando così il Buddha, l'Illuminato. Visitare Bodh Gaya significa entrare in contatto con quella luce di saggezza che porta alla felicità. Ecco perché ogni anno, con la luna piena del mese di maggio, migliaia di pellegrini arrivano a Bodh Gaya da molti Paesi tra cui Nepal, India, Birmania, Thailandia, Cina, Giappone per celebrare il momento in cui Buddha ottenne il nirvana. La storia comincia con Siddharta, principe nato nel 563 a.C. in Nepal che all'età di 29 anni rinunciò al regno, ai suoi averi, a sua moglie e a suo figlio e cominciò a vagare per le colline prehimalayane, spingendosi fino alle pianure, visitando luoghi sacri come Varanasi sulle rive del Gange. Cercava il significato della vita, non soddisfatto delle spiegazioni filosofiche del tempo. Arrivò a Rajgir e finalmente a Gaya, un antico centro religioso benedetto dal dio indu Vishnu come il luogo in cui a tutti gli uomini sono rimessi i peccati. Siddharta restò in ritiro per alcuni anni alla periferia di Gaya, accanto al fiume Falgu, digiunando e sedendo sotto un albero di pipal, un ficus religiosa, per 49 giorni e notti in meditazione profonda. Durante questo periodo si verificarono molti fatti che successivamente avrebbero trovato espressione nella tarda arte buddhista. Una di queste racconta che dalle acque di un grande temporale che sembrava volesse annegare il Buddha emerse invece un grande serpente, Mucalinda, che si attorcigliò con sette giri attorno al corpo di Buddha, non per soffocarlo ma per proteggerlo. Un altro racconto narra del giorno in cui al Buddha 35enne, che stava cercando la verità con la meditazione, apparve l'eterna tentatrice Mara per distoglierlo dalla pratica ed indurlo a piaceri carnali. Buddha fu irremovibile, abbassò la sua mano e toccò la terra, testimoniando così la sua vittoria sul desiderio, fonte di ogni sofferenza umana. Quella notte, sotto la luce della luna piena, piovvero fiori e l'intero universo celebrò la vittoria della saggezza su ogni altra cosa. Il giovane uomo Siddharta diventò cosi Buddha, l'Illuminato. L'albero sotto cui sedette venne chiamato Bodhi Tree ed il luogo Bodh gaya. Il centro di pellegrinaggio di Bodh gaya sono il Mahabodhi Temple e il Bodhi tree, situato proprio dietro. Il tempio è subito visibile per la grande guglia di 55 metri; la forma del tempio, ristrutturato nel XIX° secolo d.C., richiama quella del VII° secolo d.C. il cui declino iniziò quando i bramini conquistarono la città; esso sorgeva su ciò che rimaneva di un antico santuario del III° secolo a.C. voluto, circa 200 anni dopo il Nirvana di Buddha, da Ashoka, il grande imperatore convertitosi al buddismo. La grande statua dorata del Buddha si trova all'interno del tempio, ospitata nell'unica stanza di cui esso si compone. Nel 2002, il tempio Mahabodhi, è diventato patrimonio mondiale dell'UNESCO. Sotto l'albero, all'esterno, si riuniscono pellegrini in meditazione a cui in fondo non importa se quel tronco non è l'originale che infatti fu distrutto dal Ashoka prima della sua conversione al Buddismo. Sua figlia però ne prese una parte, la piantò in Sri Lanka dove la pianta diede germogli da cui si ottenne un nuovo albero che venne riportato e ripiantato a Bodh Gaya.


Per i buddisti, Bodh Gaya è uno dei quattro principali siti di pellegrinaggio legati alla vita di Gautama Buddha, insieme a Kushinagar, Lumbini e Sarnath.


Gaya è servita da un aeroporto internazionale e da una stazione ferrovaria situate a pochi chllometri dal Bodh Gaya.


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