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Così comincia la dinastia Moghul in India


All'inizio del XVI° secolo, l'India era frammentata in vari domini. Il governatore di Lahore, Daulat Khan, chiese a Babur di togliergli dai piedi Ibrahim (1517-1526), l'ultimo Lodi, sultano di Delhi. I lodi erano un clan di afghani elevatisi al rango di nobili grazie al denaro guadagnato con l'allevamento dei cavalli; avevano ottenuto dai loro predecessori sul trono di Delhi il potere sul Punjab. Babur non vide l'ora, avendo da sempre sognato di mettere le mani su quell terra che all'ora si chiamava Hindustan. Lo chamavano “la tigre”, era di origine turco-mongola, discendente di Tamerlano da parte di padre e di Gengis Khan da parte di madre, a capo di un piccolo regno centro asiatico che invase l'Afghanistan. Ora era pronto anche per l'India. Il suo esercito di diecimila uomini turchi e afghani e cannoni a miccia, una volta in India, combatterono a Panipat per mezza giornata contro i cento uomini e i diecimila elefanti di Ibrahim che, alla fine, fuggì sconfitto. E' così che, il 21 aprile del 1526, cominciò il potere dei Moghul in India. Babur depredò Delhi di tutti i suoi tesori e divise il bottino con i suoi guerrieri che, poco dopo, costeggiando la Yamuna, giusero fino ad Agra che sarebbe diventata in futuro capitale dell'impero Moghul. Ad Agra, Babur dovette presto affrontare Mahmud, fratello di Ibrahim, sopravvissuto allo scontro di Panipat, che aveva organizzato un grande esercito nel Bengala, appoggiato dalla confederazione Rajput fedele al sovrana Rana Sanga (1509-1528). Era il marzo del 1527. Questo esercito era molto più numeroso di quello di Babur che, accerchiato, cercò di sostenere i suoi uomini distribuendo loro i pezzi delle coppe d'oro destinate al vino e fece voto di non bere mai più. Nel frattempo, la confederazione si stava sgretolando a causa di rivalità di casta all'interno dell'esercito e perse così qualche alleato ma anche la guerra contro Babur. Due anni dopo, Babur conquistò anche il potere sulla regione oggi chiamata Uttar Pradesh, assicurandosi in pratica il dominio su tutta l'India settentrionale.

Babur morì a Delhi nel 1530. Gli successe il figlio, Humayun (regnò dal 1530 al 1540), che aprì le porte alla cultura persiana, il secondo di una grande dinastia, quella Moghul, di cui si ricordano Akbar (1556-1605), promotore del dialogo tra religioni, Jahangir (1605-1627), mecenate dell'arte, Shah Jahan (1627-1658), comittente del celebre Taj Mahal, Aurangzeb (1658-1707), intollerante e crudele.


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